M&A in Italia (fusioni e acquisizioni)

M&A in Italia in tempi di guerra

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Fino all’ inizio del conflitto in Ucraina e con l’inizio della fine dell’emergenza Covid, il mercato dell’M&A globale ed italiano, dopo un 2021 da record, aveva prospettive per il 2022 sostanzialmente positive.

Ci si attendeva un incremento nel numero di operazioni M&A sebbene con controvalori in diminuzione rispetto al 2021. Nella sola Italia il portafoglio di deals annunciati superava i 40 miliardi di euro. Il ricambio generazionale, in special modo per le imprese di piccola/media dimensione, ed i forti investimenti necessari per fare fronte alla transizione energetica ed alla digitalizzazione erano visti come fattori catalisti per processi di concentrazione, per la crescita dimensionale e la ricerca di sinergie industriali.

Indubbiamente questi fattori rimangono tuttora validi. Tuttavia, già la spinta inflattiva e l’annuncio di aumenti dei tassi d’interesse nel periodo pre-Ucraina avevano contribuito a diminuire l’ottimismo.

Nella situazione nella quale ci troviamo adesso, con una spinta inflattiva più forte, l’esplosione dei costi energetici, le difficoltà nelle catene di approvvigionamento, la chiusura di alcuni mercati di esportazione, ulteriori effetti macroeconomici a medio-lungo termine dovuti alle sanzioni le prospettive devono essere necessariamente ulteriormente riviste al ribasso.

Ci si può attendere, nella migliore delle ipotesi, una posizione attendista da parte di tutti gli operatori con una certa ripresa solo nel caso di un non prolungamento della crisi, sebbene le sanzioni e gli effetti risultanti perdureranno ancora a lungo.

Non riteniamo però che il mercato si blocchi del tutto (si pensi che anche durante l’emergenza Covid c’erano state in Italia 880 operazioni di M&A per un controvalore di 44 miliardi di euro, più o meno le stesse cifre registrate nel 2017), perché come sopraddetto le determinanti rimangono tuttora valide. 

Un rallentamento però è da attendersi come anche una riduzione dei multipli pagati. 

Questi avevano già mostrato una diminuzione, in linea generale, nel 2021: l’Argos Index® era sceso a 10,0x EBITDA a fine anno dagli 11,3x EBITDA di inizio anno con gli investitori finanziati disposti a pagare prezzi più bassi (9,9xEBITDA) rispetto a quello pagato dagli strategici (prezzi più vicini al 10,0x EBITDA). 

Ogni operazione di M&A ha una valenza a sé stante il cui merito, pur dovendo prendere in considerazione il quadro generale, deve essere considerato caso per caso – nell’ attuale situazione senz’altro con maggiore prudenza ed attenzione alla fase preparatoria per decidere il come ed il quando. Siamo a vostra disposizione per assistervi in questo compito.

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